8 feb 2012

POSSIBILE ABROGAZIONE DEL VALORE LEGALE DELLA LAUREA

Dopo il voto di laurea, a non contare più nei concorsi pubblici potrebbe essere anche la differenza tra laurea triennale e quella magistrale. Nessun peso del 110 e lode. Nessun valore al titolo conseguito dopo anni di duro lavoro. Gli Italiani alla ricerca di un’occupazione nella Pubblica Amministrazione si ritrovano con un pezzo di carta che potrebbe non valere più niente.
La laurea magistrale/specialistica senza valore! 
Due anni in più di studio, tante perplessità sull’utilità di esami che talvolta sembravano ripetersi. Tutto questo per prendere quel titolo necessario ad accedere ad alcuni concorsi pubblici ma che presto potrebbe non servire più. All’ordine del giorno del governo sono infatti pronte per essere discusse una serie di misure che se approvate spianerebbero la strada per un provvedimento finale che, oltre a prevedere l’abolizione del peso del voto nei concorsi pubblici, potrebbe aprire la strada anche all’abolizione della differenza tra la laurea triennale e quella specialistica. E se ciò dovesse avvenire, una laurea triennale o quinquennale potrebbe avere un peso maggiore o minore sulla base dei punteggi dati ad ogni singolo ateneo da parte dell’Agenzia per la valutazione delle università (Anvur). Una valutazione fortemente voluta dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo il quale ritiene che “in alcuni casi sia troppo facile rimediare un pezzo di carta per guadagnare senza sforzo un avanzamento di carriera”. Una decisione che potrebbe però seriamente svantaggiare i meno abbienti non in grado di accedere alle migliori università delle grandi città o in quelle private. Inoltre, a favorire i candidati saranno invece gli eventuali master o corsi di specializzazioni frequentati e le esperienze lavorative avute soprattutto all’estero.

È inutile studiare? Contrari a queste proposte i ministri Severino e Filippo Patroni Griffi che ha affermato: “Scusate, ma quale segnale diamo ai nostri studenti? Gli diciamo che è inutile studiare perché se prendono 70 o 110 e lode è la stessa cosa e che alla fine la laurea non vale niente?”. Ieri sera, alla trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ospite di Fabio Fazio, ha confermato di essere d’accordo sull’abolizione del valore legale del titolo di studio ma sottolineando la necessità di combattere la “mancanza di speranza che i giovani hanno nelle proprie forze”. La netta opposizione alle proposte da parte di alcuni ministri ed il timore di nuove proteste da parte degli studenti ha spinto il Presidente Mario Monti a mettere temporaneamente da parte la questione che rimane comunque all’ordine del giorno ma che sarà affrontata nuovamente solo dopo una “consultazione pubblica” sull’abolizione del valore legale dei titoli. La proposta sarà dunque sottoposta ad una sorta di referendum popolare da fare via internet.
L’eventuale approvazione dell’abolizione del valore legale della laurea rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione. Difficile da comprendere per i giovani italiani prima vittime dell’esperimento del 3+2, ora alle prese con una disoccupazione che li spinge verso i concorsi pubblici nei quali il numero di candidati aumenterebbe drasticamente e dove i loro sforzi accademici non sarebbero presi in considerazione.
fonte: dirittodicritica.com

Leggi anche il precedente articolo sul 110 e lode, lo trovi in: archivio gennaio 2012, oppure nella sezione cultura 

1 commento:

  1. non se ne puo piu! ad ogni governo cambiano! ma questa cosa del NON dare valore legale alla laurea nei concorsi non sono d'accordo!!... lucia

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