16 feb 2011

IL FEDERALISMO

Si fa un gran parlare di Federalismo e della necessità di decentrare l’amministrazione per porre un rimedio alle disfunzioni di uno Stato accentratore. A chi si avvicina superficialmente al problema tutto ciò può apparire una novità o una proposta formulata di recente. In effetti la questione, se non appare vecchia quanto il Mondo, ha
però creato un vivace dibattito sin dagli anni precedenti il processo di unificazione dell’Italia.
Tali tentativi furono considerati e discussi nei primi decenni unitari, ma presto accantonati e successivamente dimenticati.
Al centro di ogni concezione federalista, c'è il nostro Meridione, che veniva  dipinto come immaturo socialmente, arretrato civilmente ed economicamente, allontananto le possibilità di autonomia amministrativa. È ancora il nostro Sud, l’ispiratore delle attuali proposte della legha del Nord di Federalismo tendenti all’assunzione di precise responsabilità da parte della nostra classe dirigente, troppo spesso inadeguata.
Il Meridione è chiamato ad una svolta storica che, speriamo, le forze sane e le energie positive che ancora sussistono sappiano cogliere ed utilizzare.
Origini storiche del federalismo
James Bryce
Come per la maggior parte delle teorie politiche, anche quelle sul federalismo vennero delineate per la prima volta da due inglesi: Albert Dicey e James Bryce.
Questi identificarono due condizioni fondamentali per la creazione di uno stato federale: l’esistenza di un gruppo di nazioni “vicine per luogo, storia, razza e capaci di portare negli abitanti uno spirito di nazionalità comune" unito al desiderio di unità nazionale, ma al tempo stesso anche una forte determinazione a mantenere l’indipendenza di ogni uomo come di ogni Stato separato”.
Ma ciò in verità, non ci dice ancora nulla su quale effettivamente sia la natura del federalismo.
Per focalizzarla meglio risulta necessario porre a confronto le “federazioni” con le “confederazioni”.
Entrambe provengono da un patto, tra Stati che ne sancisce una sorta di alleanza.
La confederazione però consiste: nella creazione di organismi politici centrali che hanno la funzione di prendere decisioni su questione di comuni interesse tra gli Stati, che non per questo perdono la loro sovranità.
Ogni decisione presa passerà quindi il vaglio delle autorità degli Stati membri. Le confederazioni risultano dunque essere una somma di Stati.
Le federazioni, al contrario, sono delle associazioni in cui gli Stati membri delegano ad un potere centrale le decisioni su importanti questioni comuni, rinunciando di fatto ad una fetta di sovranità.
L’esempio classico di stato federale è costituito dagli Stati Uniti, in cui questo sistema ha raggiunto il suo scopo: salvaguardare i particolarismi ma allo stesso tempo limitare l’azione arbitraria da parte dello Stato.
Ciò ha reso la potenza statunitense stremamente variegata e ricca di contraddizioni. Se in alcuni stati sono ancora presenti vistose negazioni di libertà civili a gruppi razziali, in altri stati, invece, le stesse minoranze ricevono protezione e tutela con leggi; infatti in uno stato federale il garante dell'unità, della democrazia, non è più lo Stato, bensì la Costituzione.
In Italia, dai tempi del Risorgimento, l’idea del federalismo appariva particolarmente allettante. Essendo l’idea di un Italia unita un progetto molto difficile da realizzare e da portare avanti, molti autori, consapevoli della molteplicità di culture, dialetti e tradizioni che diversificavano l'Italia, sino a suddividerla in tante parti, avevano ben pensato  di decentrare il potere statale, in modo da far sì che la già faticosa costituzione di una nuova nazione non gravasse troppo sulle spalle, sulle abitudini e sulla vita dei nuovi italiani.
Ma non andò così , oggi il dibattito si è riaperto, infatti il partito settentrionalista della Lega Nord ha rilanciato il federalismo, mietendo un sempre più forte consenso sociale nelle zone padane. I leghisti, rifiutano il centralismo nazionale sostenendo l’indipendenza della loro “Padania” e chiedendo vere e proprie riforme costituzionali, mettendo in discussione, più di una volta, il principio stesso di unità dello stato italiano.
Non dimentichiamo però, che attualmente, l'articolo 114 della Costituzione italiana, afferma:  “La Repubblica è costituita dai Comuni,dalle Province,dalle Città metropolitane,dalle Regioni e dallo Stato” .
Quindi è già un sistema basato su più livelli di governo, ciascuno dei quali è garantito sul piano costituzionale ed è dotato di propri statuti, poteri e funzioni.
E' di certo auspicabile, che ci sia una sempre maggiore autonomia, anche in termini di gestione delle risorse, secondo un principio di equità tra Nord e Sud.,responsabilizzando anche i cittadini verso una migliore e più responsabile gestione della “cosa pubblica".
Fonte: EXIT
periodico bimestrale della consulta provinciale degli studenti di Bari e BAT, pp.4-13.
a cura del Prof. Antonio d' Itollo
sintesi di Marianna Pinto

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