14 mar 2011

A QUALE ETA' ANDARE IN PENSIONE?

Negli anni Novanta, gli uomini andavano in pensione a 60 anni e le donne a 55, avendo la possibilità di ricevere una pensione di anzianità con 19 anni e mezzo di lavoro nel pubblico impiego e 14 e mezzo se lavoratrici madri, e con il sistema retributivo, invece, si maturavano assegni pari all'80% dell'ultimo stipendio.
Ora le cose sono notevolmente cambiate e le previsioni parlano addirittura di pensioni impossibili per i lavoratori autonomi e per i giovani oggi impiegati in lavori atipici. Per questo motivo cresce il ricorso alla pensione integrativa, e cioè ai fondi pensione che, aperti o chiusi che siano, sembrano in grado di poter assicurare al lavoratore la possibilità di mantenere un tenore di vita comunque agiato anche una volta conclusa la sua vita lavorativa.
Oggi, tuttavia, nonostante la crescita, i giovani che ricorrono ad una pensione ‘alternativa’ sono ancora una minoranza.
Per quanto riguarda le novità pensioni in vigore da questo 2011, bisogna dire innanzitutto che sale la cosiddetta quota necessaria per lasciare il lavoro. La quota è la somma di anni d'età e di contributi.
Dal 2011, un dipendente può andare in pensione a 60 anni con 36 anni di contributi. 
Un autonomo, invece, a 61 anni + 36 di contributi 
Le nuove pensioni sono legati alla speranza di vita della popolazione, che dal 2015 verrà revisionata ogni tre anni, per allungarla appunto, in rapporto alla maggior durata della vita media.
Tra 8 anni, nel 2015, secondo le prime elaborazioni, l'età pensionabile salirà a 65/66 anni per gli uomini e a 60/61 anni  per le donne;
mentre nel 2040 si potrebbe arrivare a 70 anni per gli uomini e a 65 per le donne.
....sempre che i soggetti siano ancora in vita!
 fonte: Business on line
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