9 mag 2011

DONNE ARTIGIANE

Carrozziere, falegname, fabbro, autoriparatore: tutti mestieri di competenza maschile.
Molto spesso oggi, non è più così, anche in Italia sempre più donne scelgono di lavorare in campi considerati di dominio esclusivamente maschile. 
Lo rivela un'elaborazione dell'Ufficio studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese:  in Italia ci sono 1.800 camioniste, 400 elettriciste, 1.100 tappezziere, 2.300 fabbre, 700 meccaniche, 140 idrauliche, 300 falegname e oltre 300 calzolaie.
Ma come accade che una donna scelga un mestiere maschile? 
 Flora Pacioni, ad esempio, titolare dell'officina di autoriparazioni di Roma, gestita insieme alla figlia, si è trovata 12 anni fa a dover imparare in fretta il mestiere alla morte del marito. "Io che avevo un diploma di liceo scientifico, sono tornata a scuola ho preso il titolo all'Ipsia e ho frequentato tutti i corsi per poter gestire un'autofficina". "Ma all'inizio -ricorda la signora Flora- la reazione della gente era sempre la stessa: 'Che ci vuoi capire tu di carrozzeria  e di motore, che sei donna?'". "Ora, aggiunge, dirigo 7 uomini che fanno quello che dico io, e se non fanno bene il loro mestiere, mi metto la tuta e faccio vedere loro come si fa".

Anche Anna Rizzo, titolare azienda di Fontenuova, vicino Roma, che produce componenti di termoidraulica e rubinetteria, si è trovata a lavorare in un campo molto maschile: quello della meccanica. "Alla morte di mio padre -dice la signora Rizzo a LABITALIA- nel 2000 mi sono trovata con i miei fratelli a gestire l'azienda e nel 2004 ho dovuto scegliere se continuare da sola o chiudere. E ho scelto di continuare". All'inizio non è stato facile. "Al primo impatto, quando mi sono trovata ad avere a che fare con colleghi uomini, sono stata guardata con diffidenza ed 'esaminata' attentamente. Ma poi, andando avanti, è venuta fuori la mia forza e sono emerse le mie qualità, e ora non sento difficoltà nei confronti degli imprenditori uomini".
"Bisogna crederci -dice Rizzo, che è anche rappresentante Cna in Camera di Commercio per l'imprenditoria femminile, " bisogna affrontare anche i momenti difficili guardandoli in faccia con sincerità. Fare impresa,non è nè maschile né femminile, ma è molto impegnativo". 
E' risaputo che la vita per le donne che scelgono di fare un mestiere da uomo non sia sempre facile, bisogna rimuovere la mentalità chiusa di coloro che non capiscono come una donna possa fare altrettanto bene un lavoro da uomo.
fonte: Labitalia.it
pubblicato: Marianna Pinto

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