15 feb 2014

SHOE'S KILLIN WORM ALLA SEMIFINALE DI MUSICULTURA 2014



La band foggiana composta da Luca Rossetti (voce) – Marco Maruotti (chitarra) – Gianluca Grazioli (synth) – Mimmo Brunetti (basso) e Pasquale Del Grosso (batteria), Sabato 8 febbraio ’14 presso il Teatro della Società Filarmonico Drammatica di Macerata, ha partecipato alle Audizioni live della XXV edizione di Musicultura.
Queste audizioni, fanno parte di una seconda fase di selezioni poiché la prima (superata con successo dalla band) era affidata ad una commissione d’ascolto che si è vista prolungare il proprio lavoro fino agli ultimi sgoccioli del 2013 per l’elevata quantità e qualità di proposte.
Gli artisti selezionati, tutti autori di ciò che interpretano, sono stati convocati e così divisi (24 – 25 -26 -31 Gennaio e 1 - 2 – 7 – 8 – 9 Febbraio) per un totale di 46 proposte da selezionare.  
Al termine delle audizioni, saranno proclamati i 16 finalisti ma solo per 8 di loro, si apriranno infine le porte dell’Arena Sferisterio di Macerata dove si svolgeranno le serate conclusive (20 – 21 – 22 Giugno 2014).
Lo spettacolo è stato trasmesso in streaming e gli artisti sul palco si sono esibiti rigorosamente dal vivo per la giuria tecnica, quella universitaria e il pubblico in sala. 
Comunicato stampa
......................................................................
Iintervista agli Shoe’s Killin’ Worm :

Gli Shoe’s Killin’ Worm nascono nel 2004: non sono un gruppo nuovo, ma sanno rinnovarsi; a loro basta cambiare formazione, strumenti, luoghi et voilà: sound diversi che viaggiano sulla stessa linea. Ermetica ed eclettica, la band utilizza come base musicale una fusione di generi, creando un’atmosfera che permette all’ascoltatore di calarsi in un paesaggio immaginifico. Ad impreziosire la loro produzione, poi, ci pensano i testi: parole contate, un forte ermetismo e un grande simbolismo per trattare temi delicati in forme nuove. I componenti Luca Rossetti, Marco Maruotti, Gianluca Grazioli, Mimmo Brunetti e Pasquale Del Grosso non sono alla ricerca di uno stile, perché il loro stile è la ricerca: vogliono sperimentare, modificare, calibrare attentamente suoni e testo. Hanno partecipato a svariati concorsi trovando un buon riscontro di critica e pubblico ed hanno calcato il palco insieme ad alcuni grandi nomi della scena alternative rock italiana. Hanno all’attivo un album, Scatola con vista, e diverse demo. Stanno lavorando al loro prossimo disco. Li intervistiamo subito dopo la loro esibizione, quando ansia e nervosismo lasciano il posto a loquacità e ironia.
Il vostro è un genere molto particolare: unite all’indie rock alcune influenze synth-pop e sfruttate i suoni dell’elettronica per accompagnare un più classico post-rock. Ascoltandovi vengono in mente gruppi che generalmente non si assocerebbero tra loro, come Subsonica e Verdena. Quanto tempo avete impiegato a sviluppare questo sound così originale e come è nato?
Luca: Ci sono delle influenze non italiane che erano nel nostro background prima di fondare il gruppo; sono però influenze che animavano soprattutto gli altri, non me, che vengo invece più da una linea cantautorale. Nel nostro sound si può riscontrare questo paradosso fra sacro e profano, post-rock e generi contaminati con l’elettronica, un po’ sul genere di Bjiork, Portishead e Radiohead, insieme a degli indicatori che sono invece più italiani, come ad esempio il testo; il tutto devia totalmente dalla proposta classica straniera: è proprio il suono della parola, il modo in cui viene pronunciato e si posa sulla musica che modifica il genere di per sé.
Marco:Un genere musicale cantato in inglese cambia automaticamente con un testo in italiano, diventa tutt’altro, e a noi questa cosa piace. Ci piace l’idea che il sound che puoi incontrare in qualsiasi altro posto del mondo si formi su una lingua totalmente diversa - e meno comune dell’inglese. La nostra è una volontà precisa di essere originali pur passando sul solco tracciato da altre esperienze.
Luca: È anche una sfida.
Per ora avete all’attivo due lavori: Scatola con vista, del 2006, e un demo uscito nel 2012. Cos’è cambiato dal primo album al secondo?
Gianluca: È cambiato tutto! Questo perché fondamentalmente Scatola con vista l’hanno creato solo Luca, Marco e un Pentium 3, un computer che dettava loro le linee guida e si impallava quando le cose non gli piacevano; buttato nel primo cassonetto, è stato il primo membro ad essere cacciato dal gruppo (ridono, n.d.r ). Il primo lavoro è nato così: c’erano loro in una stanza che producevano queste canzoni. Ovviamente lo scrivere testi in questa maniera ti porta ad attraversare delle dinamiche che sono totalmente diverse dalle solite: in una casa non puoi ricreare le cose che generalmente si producono con strumenti acustici in sala prove e quindi sei costretto a trovare nuove soluzioni. Questa è stata la linea guida del primo album. Dopodiché il gruppo, con l’aggiunta di altre persone, è diventato più canonico dal punto di vista della strumentazione, con batteria, basso, eccetera. Abbiamo cercato di seguire la stessa filosofia di produzione fatta al computer trasportandola però nell’acustico elettrico. Quindi la demo del 2012 è nata così: trovando soluzioni sia al computer che in sala prove.
Marco: Fra il primo lavoro e quello del 2012 ci sono un’infinità di altre demo, bootleg, autobootleg che abbiamo fatto e prodotto, ma senza diffonderle troppo. Poi abbiamo deciso di cambiare approccio nel 2012, di fare una cosa molto più regolare.
Un gruppo come il vostro, a Musicultura, rappresenta una novità. Il fatto di produrre un tipo di musica originale e di portarlo di fronte ad un pubblico abituato a sentire altro può scatenare reazioni di vario tipo. Quali sono, secondo voi, i vantaggi, e quali gli svantaggi, di presentare un genere innovativo al concorso?
Gianluca: L’importante, secondo me, è comunque creare un’opinione, non risultare indifferenti; se il tuo è un gruppo che fondamentalmente dice cose già dette da altri, anche se suonate benissimo, può non essere molto costruttivo; quindi, ben venga una band che cerca di sperimentare, anche se poi i risultati iniziali possono fare schifo. La storia della musica è piena di sperimentazioni brutte, ma chi le ha compiute non si è lasciato influenzare dalle critiche negative, ha continuato ed è arrivato a fare dei lavori più convincenti. Siamo molto divertiti dall’idea di essere la “pecora nera” di questo concorso. Probabilmente si ricorderanno di noi come di “quelli che hanno fatto quella cosa strana a Musicultura”. A noi comunque è molto piaciuto partecipare al festival.
Marco: A parte il fatto che abbiamo portato dei cestini per raccogliere eventuali ortaggi, che non sono arrivati, abbiamo sempre pensato che non fosse corretto scindere i due rami della composizione, quello cantautorale da quello sperimentale, perché è come voler dare un limite a due cose che invece possono coincidere, e noi tentiamo di farlo. L’idea di fondo è che il cantutorato debba avere una musica poco invasiva per far spiccare il testo, mentre per noi sono necessari la musica e l’arrangiamento per la comprensione di altri livelli testuali: non solo quello che puoi sentire o leggere, ma quello che ogni suono può suggerire e le sfumature che può aggiungere. Da questo punto di vista ci rifacciamo un po’ all’hart rock, al noise, all’elettronica, che tendono a dare un’immagine al suono, così come le parole cercano di dargli un significato. Tentiamo di fare in modo che tutto abbia una sorta di paesaggio sonoro, intorno al quale gravitano le parole che danno senso al testo. Pensavamo fosse il posto giusto per farlo, dato che non sempre è possibile: nei festival indie si dà molta più importanza al suono e a quanto sia alla moda, diciamo; in quelli cantutorali si dà invece molto peso al testo. Qua abbiamo provato a portare un’idea alternativa integrata nelle due cose.
La vostra musica viene definita “onirica”, ma attraverso i testi affrontate anche molti temi delicati: ne “La Nausea”, ad esempio, parlate di una ragazza che rimane incinta in seguito ad una violenza sessuale. Insomma, cos’è che volete fare? Traghettare i vostri ascoltatori verso l’interno della propria coscienza o farli andare a sbattere contro il muro della realtà?
Luca: Secondo me l’obiettivo è riuscire a raggiungere un livello di condivisione con la gente con cui entriamo in contatto quando siamo sul palco: in quel momento riceviamo e diamo. Quindi, il fatto di fondere l’aggressività e la rabbia con la dolcezza permette un susseguirsi di momenti di crescita del rumore nell’impeto con momenti più delicati. Ci sta tutto, perché è come il flusso della vita. È come quando vivi un momento felice a cui può seguire un momento triste. E tutto questo si condivide sul palco.
Marco: È una domanda difficile, sto sudando. Onirico sì, e naturalmente i testi devono seguire anche le suggestioni della musica. Se la musica usa accordi minori e sonorità ombrose, il testo deve seguirla, anche se molte volte nasce dopo: facciamo una sessione di sperimentazione del suono e tutto il resto viene da sé. In base alla sonorità del pezzo viene fuori l’argomento. Quindi sì, a volte, ma non sempre, i testi sono oscuri; risultano anche duri sul piano linguistico, che non sempre risulta molto comprensibile: utilizziamo alcuni termini un po’ complicati e questo dipende da quello che vogliamo dire, perché sono temi delicati che non sempre è bene sviscerare completamente; ma anche dal punto di vista della composizione:le nostre parti vocali, come abbiamo detto prima, sono improntate alle melodie anglofone, e dato che vogliamo evitare di cambiare totalmente sound cambiando lingua, abbiamo molto meno spazio; e in quelle poche parole dobbiamo dire tutto. Prendiamo necessariamente molto dalla lezione dell’ermetismo, cercando di usare poche parole ma pregnanti, ognuna con un significato preciso. Non è come parlare a tavola, ecco.
So che chiedere ad un musicista quale sia il pezzo che preferisce nella sua produzione è come chiedere ad una madre di dire a quale figlio voglia più bene, ma lo farò comunque: qual è il pezzo di cui non vi pentirete mai e perché?
Luca: “La nausea”. È il brano che più riesce a realizzare il connubio di impetuosità musicale e dolcezza. Il testo parla di un argomento duro e grave, ma ad un certo punto è come se tutta la musica volesse accarezzare la vittima di quella violenza. Realizza perfettamente quello che voglio portare e donare sul palco: essere al tempo stesso coinvolgente, interessante e contagiare il pubblico con le mie emozioni.
Gianluca: È una canzone che deve ancora uscire, forse sono legato più che altro al fatto che la suoniamo da poco. Mi è piaciuto molto il lavoro che c’è stato dietro: è stato totalmente avulso, almeno coscientemente, dal cercare di fare un pezzo che avesse delle dinamiche commerciali; abbiamo fatto semplicemente quello che volevamo, sistemando suoni e parole come preferivamo, senza stare a preoccuparci del ritornello o altro. Sono legato a questo pezzo, quindi, perché mi è piaciuto lavorare in questo modo; spero che anche i prossimi brani possano nascere in questa maniera.


VISUALIZZA SU YOU TUBE

Le Audizioni live Musicultura - XXV Edizione - 8 Febbraio 2014


CONCLUSI I FESTEGGIAMENTI IN ONORE DELLA BEATA VERGINE DI LOURDES

Martedì 12 Febbraio, 2014,si sono conclusi i festeggiamenti in onore della BEATA VERGINE Dei Pirenei (o  LOURDES ) presso la chiesa del SS. Sacramento e Beata Vergine di Lourdes, un susseguirsi di fedeli che nel giorno della ricorrenza si sono avvicendati nel salire i pochi gradini per andare a pregare la VERGINE IMMACOLATA CONCEZIONE nella sua ammirevole grotta realizzata ,costruita e pitturata dall'ormai scomparso artista locale Pasquale Forte da   circa trenta anni e per chiedere in preghiera grazie e benefici divini ..
Ogni anno che passa, aumenta sempre più l'affluenza dei fedeli,che tutti insieme hanno partecipato oltre che alle varie e sante messe della giornata,anche alla lunga processione che ha visto la partecipazione di numerosi,fedeli che con le fiaccole in mano recitavano il rosario e intonavano canti mariani e tipici lourdiani.
 
Un particolare ringraziamento da parte della regia arciconfraternita ,a tutti i fedeli,le confraternite,le associazioni del volontariato, di protezione civile,di promozione sociale e culturali,associazioni sanitarie degli ammalati , assistenziali, a tutti i collaboratori che si sono impegnati,
 
Presenti in forma ufficiale con il proprio gonfalone di RAPPRESENTANZA , le autorita' civili della CITTA' DI FOGGIA   con  l'assessore PASQUALE PELLEGRINO (prima volta in loco ) , la CITTA' DI LUCERA rappresentata dagli assessori RAFFAELE DI IANNI ,MICHELE BARISCIANI E MARINA PETROIANNI ....e il COMUNE DI VOLTURINO con DONATO DOTOLI. le autorita' militari presenti dell'arma dei carabinieri capitano dottore ALESSANDRO D'ERRICO e la polizia municipale locale e di Foggia.
Un particolare ringraziamento al SER (Servizio Emergenza Radio ) CB  per l'apporto fornito per le radiocomunicazioni durante la processione e alle MISERICORDIE-PROTEZIONE CIVILE di Lucera ,di Cerignola per l'omaggio floreale e al coordinatore zonale distretto Fg /21 di Castelluccio Valmaggiore.
 
Anche in ospedale, lo stesso giorno dei festeggiamenti,si sono avvicendati i volontari come di consueto degli altri anni, a pregare insieme agli ammalati e a leggere il messaggio del Santo Padre Francesco sul tema Fede e Carita'  anche noi dobbiamo dare la vita per fratelli (1 Gv 3,16) con il cappellano DON CARLO ORSOGNA  e direttore della Pastorale dell' Ufficio Diocesano della Sanita' (ora chiamato Salute) 
C.v.c.b..

SATEO CAFFE'


LUCERIA FERRO




VISITA IL SITO BLOG

7 feb 2014

RINNOVO DEL DIRETTIVO E ORGANI SOCIALI 2014-2017 DELLA PROTEZIONE CIVILE

Sabato 1 febbraio 2014,presso la sede dell'ex Istituto Tecnico Rosati, si sono svolte  le votazioni per il rinnovo del secondo mandato del Consiglio Direttivo  del Collegio dei Revisori e del collegio dei Probiviri del Coordinamento Provinciale del Volontariato di Protezione Civile della Provincia di FOGGIA.
Quarantasei associazioni presenti alle votazioni che tramite i loro presidenti,governatori e delegati,     hanno espresso il pieno diritto al voto . riconfermando quasi tutti i partecipanti al vecchio consiglio ma con aggiunta di nuovi volti e tanta altre professionalità ed esperienza maturata nei vari anni del volontariato.
 ,Riconfermato a pieni voti il presidente uscente MATTEO PERILLO ,che ha ben saputo guidare il coordinamento coadiuvato da altri consiglieri e componentI in varie emergenze ,servizi operativi e formazione per tutti i volontari.
Sono inoltre previsti altri corsi sulla formazione antincendio ,e per la formazione si avvale della stretta collaborazione
del Corpo Forestale dello stato e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, di un corso della durata di 36 ore e con la partecipazione fino a un massimo di 40 iscritti per ogni eventuale corso ,requisito indispensabile per la stipula della convenzione antincendio tra la Regione Puglia e le varie associazioni del territorio e ,
non solo,ma anche formazione,sulla sicurezza sulla sanita' sulla tutela e prevenzione deglI operatori volontari e anche sui vari aspetti psicologici nell'emergenza già in fase di programmazione
Presente all'incontro e come garante della regione e sempre presente ad ogni riunione del coordinamento il delegato regionale geometra RAFFAELE CELESTE.
e che ,  insieme al presidente PERILLO.,hanno ringraziato tutti i volontari presenti e le varie associazioni per il ben lavoro e svolto nelle varie fasi emergenziali .
Inoltre è previsto per il giorno 12 febbraio in Manfredonia un corso di aggiornamento per tutti  i responsabili e volontari sulla legge di sicurezza e misure da adottare per tutti gli operatori e le varie normative di legge.
Prevista anche una sede del coordinamento del volontariato , dove tutti si potranno formare, addestrare , confrontare , avere rapporti interpersonali,socializzare,aggiornare ed esercitare,depositare mezzi e automezzi operativi  e , molto probabile  sarà assegnata la sede scolastica
 dell'ex istituto Tecnico ROSATI dove si sono svolte le votazioni e varie riunioni e,
 grazie all'impegno  e sentito interesse del commissario della provincia locale.. al quale va un plauso di merito .
Ora non resta che imboccarsi le maniche e mettersi al lavoro e continuare
 già quel grande impegno di servizio di volontariato intrapreso in precedenza.
       
 Vincenzo Battista