Articoli storici su Lucera


STORIE SULLA CITTA' IMPERIALE
a cura di Carlo Ruggiero

Ecco perché Carlo II D’Angiò ci volle male e ci rovino’ .

Perché dobbiamo dire che Carlo II D’Angio’ fu cattivo lui e tutta la sua stirpe nei nostri confronti ? 
E’ semplice da spiegare ; siccome lui che aveva un regno cosi vasto e ricco venne in queste terre di nessuno , atte solo ad ospitare bande armate in quel dato periodo, cioe’ più che per fare guerra, venne per un motivo di polizia , anzi di necessaria e urgente pulizia , ecco che restaurando l’ordine civile , danneggiò gravemente Lucera. Come si sa Federico II non fu affatto eliminato dai re francesi ma dal figlio illegittimo Manfredi, che aveva paura che il regno non gli cadesse nella mani alla morte del padre , ma andasse ad uno dei suoi fratelli legittimi, quindi bisognava darsi da fare… . Gli autori coevi e sincroni, la morte improvvisa di Federico , quando nel pieno delle sue forze si preparava ad altre battaglie , non se la spiegano come una semplice morte naturale .Sono abbastanza critici , siamo noi che accettiamo tutto per oro colato per far quadrare il bilancio e mantenere il mito al suo posto a non ragionare, ma i cronografi di una volta usavano il cervello quando scrivevano e valutavano i fatti . Gli storici moderni, si sa, dei fatti se ne fottono ; la storia la costruiscono loro e ti cambiano tutto , nonostante i testi , nonostante i reperti parlano al contrario di quanto dicono loro . Quindi bisogna fare nei loro confronti quello che loro fanno fare ai fatti concreti avvenuti e raccontati dagli antichi : ribaltarglieli contro i fatti ! Bisogna dubitare di chiunque cambia i fatti e le testimonianze ! 
I saraceni , come si sa, furono battuti più volte e perdonati più volte, ma la grande civiltà araba concentratasi tutta a Lucera , come ci raccontano gli storici , civilta’ che si rivela nelle ricche bibliografie di opere letterarie da essi lasciateci e anche dalle ricche opere architettoniche e manifatturiere che ritroviamo (sic!) nei nostri musei in abbondanza . Ebbene questa civiltà la espressero soprattutto come bravi saccheggiatori , arte antica ereditata dai predoni del deserto ; la esercitarono come briganti o predoni , esperti nel mettere a sacco un villaggio , una città, depredarla e sparire subito dalla zona . Non la espressero nemmeno dimostrandosi bravi agricoltori, dato che non era nella loro tradizione . Infatti se ne stavano al posto loro a coltivare la terra , a imparare un mestiere finalmente , nessuno li avrebbe più toccati, nonostante avessero eliminato i precedenti abitanti di Lucera.
Invece fu necessario ancora un'altra battaglia dopo la sconfitta di Manfredi a Benevento . Questi , sconfitti ,nonostante non obbedivano mai alle direttive del re su di loro, continuavano nell’arte della predazione nei territori circostanti . Le autorità a quei tempi costituite da signori, abati , autorità cittadine dei comuni del centro Italia , come Assisi da loro depredata , non facevano altro che chiedere giustizia al Papa . Ora, a quei tempi, non c’era un autorità tale e un esercito tale per fermare questi predatori micidiali nell’Italia meridionale , mentre il re francese aveva altri problemi altrove , quindi l’unica autorità presso cui lamentarsi era il papa . Ma i papi in tutto erano bravi tranne che nell’arte della guerra , quindi il papa non faceva altro che invitare l’’imperatore ad occupasi delle nostre faccende e ristabilire un pò di legalità e di giustizia nei confronti di predoni e banditi .Abbiamo visto poi quale progresso civile ed economico, invece, hanno portato gli aragonesi in Sicilia !
Abbiamo visto anche quello dei piemontesi se è quello che volevano ……
Ma ritornando al tema, basta leggersi le cronografie degli autori di quel periodo per capire quale flagello costituissero i saraceni di Lucera per le città non solo limitrofe , ma anche del centro Italia fino all’ Umbria .
Carlo II D’Angiò poi dimostrò tutta la sua avidità di ricchezze , l’ingordigia di terre e di potere nei nostri confronti, quando invece di darsi alla caccia e alle arti liberali col falcone o invece di frequentare gli harem , cercò di far riemergere il tessuto civile ed economico che oramai era scomparso . Invitò i Provenzali ad abitare questa città deserta ;non gravo’ di tasse questo territorio,cerco’ di ricreare un nucleo di signori feudali facendoli venire da Napoli per dirigere i contadi agricoli e le masserie oramai deserte . Finanziò la costruzione del Castello , ricostruì la cattedrale e altre chiese , rimise il vescovo e il clero al suo posto. Per riconoscenza il papa ( malvagio! ) gli riconobbe la facoltà di eleggere a suo piacimento il vescovo di Lucera .
Ecco allora perché Carlo II D’Angiò II , detto il pio , ci volle molto male, perché non era un tipo che andava a caccia e andava nell’harem ma si occupava di faccende politiche , cioè come amministrare e rendere autosufficiente un territorio .
Aveva problemi etici e questa caratteristica non ci deve essere in un politico ! Federico che era superiore , infatti, se ne fregava e si faceva continuamente scomunicare ! Molti storici moderni infatti hanno la stessa idea di Federico della politica : un diletto per aristocratici dove perdere il tempo tra una battuta di caccia col falcone e una gita al casino o una rappresentazione teatrale . 
Che se Carlo avesse trasferito schiere di menestrelli e letterati e belle figlie dalla Francia nella nostra città , allora si che forse 
lo avremmo guardato un po’ meglio . Ecco allora che noi lucerini , abitanti in una città ricca di millenaria cultura , ci allineiamo al codazzo di città storiche come Torremaggiore nelle puglie che celebrano a motivo il grande Federico ,vero signore , esperto nella caccia , grande politico , uomo di pace e ad arti orientali . Insomma un uomo di questo mondo come voremmo che fossimo tutti noi .
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I CASALI DI LUCERA E IL SITO DI SAN GIUSTO 
Nei secoli bui che succedettero alla caduta dell'Impero Romano ,le città si svuotano sotto l'incalzare di epidemie ,carestie e invasioni barbariche. Nell'intera Penisola la popolazione si ridusse a circa quattro milioni di abitanti o poco più e in questa drammatica situazione i casali che circondavano Lucera si imposero comel'unica organizzazione del territorio al di fuori della città, con una presenza incredibilmente capillare e capaci di resistere ai funesti eventi naturali e alle invasioni barbariche.Essi nascevano lungo le antiche vie di comuni cazioni e a poca distanza l'uno dall'altro. Furono pure i luoghi della prima evangelizzazione ,spesso delle chiese madri, ed erano costituiti da una chiesa, in cui i sacerdoti vivevano in comunità ,da un piazzale antistante,dove il popolo si riuniva in asseblea,vero e proprio parlamento all'aperto ,dove si faceva anche scuola e festa all'aperto ; vicino, spesso, c'era un "ospedale" che offriva accoglienza ai pellegrini e un luogo di sepoltura per quelli che veniva meno durante il viaggio.Erano comunità costituite da non più di una cinquantina di persone nel cui universo si svolgeva l'intero arco dell'esistenza del cristiano. Una vita semplice e una fede viva e schietta all'insegna del campanile della chiesa, i cui rintocchi segnavano i vari momenti della giornata.Era anche l'inizio e la fine,l'unico luogo dove si riceveva il battesimo e si era sepolti nella chiesa o accanto ad essa fino al dodicesimo secolo.A Lucera ce n'erano molti, fino al più antico di tutti recentemente venuto alla luce , con un grande e arcaico battistero in prossimità di un fiume :San Giusto. 
Il sito di San Giusto infatti non era una semplice chiesa di campagna in quanto l'elaborazione della liturgia svolta in esso richiedeva una comunità alquanto qualificata. Spesso trasformavano antichi templi in chiese o nascevano in prossimità di una preesistente villa romana .Sono i luoghi dove i nostri avi hanno vissuto e consumato la loro esistenza sotto l'unica guida e autorità allora esistente che era l'organizzazione ecclesiastica;erano il fulcro della vita religiosa e civile in quei secoli a noi poco conosciuti.In esse si custodivano i campioni dei pesi e delle misure, affinchè il commercio non si trasformasse in truffa.Ma dalle nostre parti subirono l'influsso delle comunità monastiche di tipo orientale prima dell'arrivo dei Benedettini,in quanto la Puglia e Lucera erano sotto l'amministrazione giuridica di Bisanzio fino all'arrivo dei Goti e poi dei Longobardi. Gli ultimi ritrovamenti archeologici proprio a San Giusto ,delle unità di peso e misura bizantini e la natura ornamentale dei mosaici del pavimento , dimostrano il collegamento diretto di questa comunità con le più antiche basiliche paleocristiane scoperte in Puglia come Canosa , Venosa e Barletta e non solo ,ma la ricchezza dei mosaici e del pavimento ritrovati a San Giusto , dimostrano la dipendenza ,senza possibilità di equivoci ,dai mosaici delle più antiche basiliche di Antiochia in oriente e da quelli del Nord Africa,che sta a testimoniare non solo il luogo di provenienza dei primi missionari e del nostro cristianesimo primitivo , ma anche la dipendenza dall'arte e dalla cultura da quelle regioni geografiche.E' questo un'epoca ricca e tutta da riscoprire, che a torto è stata definita l'epoca buia della storia. Infatti se già nel 312 d.C. venne riconosciuta la libertà di culto alla religione cristiana in tutto l'Impero Romano ,ciò non vuol dire che prima di allora non c'era stato nulla , ma quale vasto movimento in tutto l'Impero e testimoni illustri dei secoli precedenti ne aveva consigliato il suo riconoscimento ufficiale ?
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Nell'anno 1182 e precisamente il 15 settebre in Velletri(Roma), il Papa Lucio III° firma una bolla in cui si dice:"Abbiamo ricevuto in proprietà di San Pietro e nostra un fondo nel Casale San Giacomo di Lucera ....per la costruzione di una chiesa in onore di Santa maria del Signore .....accettiamo che la si costruisca sotto la protezione di San Pietro e nostra e sia sottoposta al solo potere di San Pietro e del Monastero della Cava . Stabiliamo che tutte concessioni e offerte avute, rimangano inviolabili .....(Arc.Cava-Doc1,36).
Il documento è sottoscritto oltre che da papa Lucio III, anche da ben 11 cardinali della Curia Romana e da un vescovo , quello di Tivoli .
Di questo Casale si hanno tracce fin dal VII secolo e pare sia diventato pian piano, con lasciti e donazioni di privati fedeli , 
il piu esteso e potente Casale di tutta la Daunia . Praticamente governava il 45% dei terreni agricoli di tutta la Capitanata .
Prima ancora che venissero alla luce i resti del monastero pre-benedettino di San Giusto e si conoscesse la lettera di Papa Gelasio I al Vescovo di Lucera, già la voce popolare o, se vogliamo, una tradizione orale,diceva di un antico convento abbastanza grande nascente dalle parti di San Giusto. Questo grande casale dedicato a San Filippo e Giacomo dipendente da quello di Cava dei Tirreni lo abbiamo individuato recentemente con precisione e si trova sulla strada che va partendo da San Giusto verso Vaccarella a metà strada .
Don Vincenzo De Sabato a tal proposito nel suo libro riportava la testimonianza di un proprietario terriero della zona che affermava con certezza quel che aveva sempre saputo,cioè che da quelle parti c'era stato un grosso complesso monastico. Questo Casale benedettino compare in numerossissimi testi e atti notarili conservati a Cava dei Tirreni .
L'errore di Don Vincenzo consiste ,a nostro parere, nell'aver identificato l'antico Casale San Fillippo e Giacomo (VII secolo) benedettino con i resti di un antico castello o fortezza longobarda distrutta da Costante II, nascente sulla collina di Ripatetta e di cui si scorgono ancora i resti delle mura lungo la strada . Ma da Ripatetta "al fundo Luciano" non ci sono più di due chilometri sull'antica via che portava da Arpi al Sannio.
Questi Benedettini del Casale San Filippo e Giacomo dipendenti dal potente Monastero SS.Trinità di Cava dei Tirreni non hanno nulla a che vedere con la comunità monastica di San Giusto molto più antica ,anche se avevano i medesimi conflitti di giurisdizione con il vescovo di Lucera . Parte dei lucerini all'arrivo di Costante II ,violento sostenitore del monofisismo e iconocasta ,quindi acerrimo nemico dei monaci di tutte le specie ,scapparono con i Benedettini verso Ripalta dove c'era un altro grande Casale benedettino ,forse l'unico del periodo in tutta la zona insieme a quello di Lucera,che si trovava a un tiro di schioppo da Lesina,luogo inattaccabile con un lago e un bosco alle spalle.Ora può essere mai che la Chiesa Apostolica di Lucera identificata da alcuni con l'attuale chiesa di San Giacomo , sia nelle loro mani nel VII secolo ? E' impossibile ! E vero invece che tra i tanti lasciti ricevuti da questi monaci di San Filippo e Giacomo in Lucera c'era una chesa una chiesa in periferia (forse un tempo occupata da una comunita religiosa ,di San Pardo( 3° secolo ?) a cui loro diedero il nome di San Giacomo,infatti l'attuale parroccia san Giacomo si trovava alla periferia della città e piu vicino all’attuale via per la contrada Vaccarella dove nei pressi sorge il Casale San Filippo e Giacomo che oggi ha cambiato nome .
Mentre il vescovo di Lucera rimaneva il titolare dell'antica Chiesa Apostolica Costantiniana in via Tribuna ,definitivamente fatta scomparire da Federico II e i suoi musulmani,dove per tribuna un tempo si intendeva il seggio di comando occupato dal procuratore romano e poi in epoca cristiana dal vescovo nelle più antiche chiese delle origini . Loro in realtà, i Benedettini, risiedevano a parecchi chilometri distanti da Lucera e non nell'attuale chiesa san Giacomo ; che monaci erano a quei tempi se andavano a vivere in città? E anche con loro scoppiò ben presto un conflitto col vescovo locale per motivi di giurisdizione ,tanto che sentono l'esigenza di far sorgere una chiesa di Diritto Pontificio con tutti i beni annessi nei pressi del loro Casale a Tertiviri,come attestano i documenti, dedicata a Santa Maria. Chi toccava quei beni toccava il Papa! Il vescovo era avvisato. Nei secoli anteriori qualcosa del genere era avvenuto con l' antica comunutà monastica autonoma e indipendente di San Giusto nel V secolo . Questi monaci, forse basiliani , comunque di ispirazione orientale ,nemici dichiarati dell'iconoclastia e del monofisismo e di Costante II, venuto apposta in Italia per dare una lezione al Papa che osava ribellarsi e sotto il quale ci furono parecchi martiri tra cui San Massimo confessore, godevano anch'essi di un autonomia propria per cui non era lecito al vescovo di Lucera interferire.L'energico Papa Gelasio I nella sua lettera (492) richiama il vescovo di Lucera ,di cui ci è ignoto il nome, a lasciar perdere i monaci del Monastero "in fundo Luciano".
Onde per cui è da ritenere che Papa Gelasio riconobbe al capo della comunità monastica di San Giusto gli stessi poteri che oggi detiene un abate ,consigliando l'obbedienza ai soli vescovi in comunione cattolica col Vescovo di Roma. Molti erano i vescovi eretici a quei tempi.La Lucera del IV e V secolo segue la sorte di tutte le contrade italiane dell'ex Impero Romano ,ovvero vive soprattutto nelle sue campagne e nei casali e spopolandosi fortemente. Ma come abbia acquistato tanta autorità il Monastero con annessa Basilica di San Giusto per avere una sua autonomia e richiedere l'intervento del Papa? Era, a quanto pare ,una stazione di sosta e un piccolo centro commerciale che nasceva sulla vecchia via Traina che andava verso Canosa o Verso Arpi e il Gargano , quindi un luogo di passaggio e centro commerciale nevraligico .
Ora le più antiche comunità monastiche con Basilica e Battistero annesso, quello di San Giusto di dimensioni insolite a quei tempi , nascevano quasi esclusivamente dove era vissuto un martire o dove aveva subito il martirio oppure dove era stato sepolto. Le antiche leggende parlano di un fedele di nome Giusto che compare negli atti e nelle lettre di san Paolo , un apostolo ed evangelizzatore .
Le più antiche comunità monastiche con Basilica e Battistero annesso, quello di San Giusto di dimensioni insolite a quei tempi , nascevano quasi esclusivamente dove era vissuto un martire o dove aveva subito il martirio oppure dove era stato sepolto. Ipotesi ancora più realistica nel nostro caso : la testimonianza del passaggio di un grande Apostolo.La liturgia dei primi secoli infatti è una liturgia soprattutto storica e commemorativa e i nuovi testimoni della fede , religiosi e monaci,erano alla sequela anche"fisica" dei campioni della fede che avevano lottato con successo e da vincitori contro il paganesimo. 
La loro vita si ispirava alla loro testimonianza e quindi loro ne conservavano le memorie ritenendosi i discedenti diretti . Sant'Ignazio di Antichia ,eletto da San Pietro, ci parla dell'episcopato monarchico senza possibilità di confusione. Egli (I-IIsecolo) nelle sue sette lettere ,dove compare anche un Basso , ci fa capire che esistono una moltitudine di comunità con vescovi ormai fino agli estremi confini dell'Impero.Il martirio di S.Ignazio avviene nel 108 ,lo stesso anno del nostro san Basso. 
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GLI INSEDIAMENTI DELLA COMUNITA' CRISTIANA AI TEMPI DI FEDERICO II,
Analisi e Commenti .
Le note che fa Antonio Amato sull’eliminazione della comunità cristiana ai tempi di Federico II dovrebbero “approfondire” ma a quanto pare sono cosi approssimative e poco consone ai fatti che non fanno altro che confondere di più le idee a chi già ce le ha confuse. Comunque ce ne vuole di coraggio a far circolare certe idee . L’autore non solo parte da premesse sbagliate , ma mente sapendo di mentire ! 
D’Amelj per quanto nasconde una certa ammirazione per Federico, non fa affatto il giustificazionista a senso unico e non dice affatto che “ parte della comunità cristiana non volendo convivere con gli arabi “( cosi , en passant) , decise di spostarsi fuori citta “ . D’Amelj dice che 12 Lucerini, per non essere eliminati , con la statua della Madonna ( delle vittorie ) si nascosero col vescovo nei pressi della città che allora non era estesa come oggi , finiva vicino all’attuale chiesa del Carmine . Gli altri scapparono per non essere decimati o sterminati senza troppi complimenti e cortesie come si faceva a quei tempi . Quindi Antonio amato vuole ammannirci che se ci fu colpa nell’ eliminazione dei lucerini da Lucera, fu tutta colpa del poco spirito ecumenico e associativo che ebbero i cristiani nei confronti degli arabi , quindi ben si meritarono di scomparire in fin dei conti : fu solo colpa loro ! Questi infami non ebbero capacità di socializzare ! 
E’ come se io dicessi : non è colpa del ladro che viene armato di pistola e ti scassina la casa , ma è sempre colpa del titolare che non si è lasciato scassinare e rubare ! Assurdo ! La differenza poi tra “ contrada tribu” e luogo chiamato “ tribuna” mi sembra poi abissale e certe alchimie per far quadrare il cerchio non sono affatto necessarie se si conosce un pò meglio la storia di Lucera . 
Il Lugo detto “Tribuna” era il luogo dove il magistrato romano, il Tribuno o il Prefetto romano prendeva le sue decisioni ed emetteva le sentenze e questo si trovava nella Lucera romana che era molto più estesa di quella medioevale ed attuale . Ma non si trovava affatto a metà strada tra Lucera e San Severo come vorrebbe farci credere Amato facendo storia in base ad assonanze di parole . Quindi la prima cattedrale di Lucera doveva nascere per la trasformazione di qualche antico tempio romano trasformato per decreto imperiale intono al 390 d. C. in chiesa cristiana quando fu imposto per legge all’impero il cristianesimo dai figli di Costantino il Grande . A quei tempi la Lucera imperiale era molto estesa e confinava con quel vallo artificiale delineato oggi dalla circonvallazione che parte dal cimitero e va dietro l ‘anfiteatro arrivando sulla strada di Foggia vicino all’attuale Conad . Quindi comprendeva l’attuale Lucera 2 , fin sulla strada di Campobasso dove ancora oggi si notano lavori di sterramento del terreno fatti in epoca romana per chiudere la nostra città e renderla impredibile da tutti i lati ad un eventuale attacco nemico . Cosa successe allora ? Successe che mentre in epoca romana la cattedrale si trovava in una zona piuttosto centrale , nei pressi della prefettura romana , con il passare di secoli, Lucera si depauperò e divenne piccola . 
Quindi la cattedrale che in epoca romana era in una zona centrale e molto frequentata , in epoca medioevale venne a trovarsi fuori delle mura e dal centro abitato e fu quindi facile preda al piccolo drappello di termolesi che avevano subito il furto dei loro santi patroni ( san primiano) da parte dei lucerini scapati a Lesina , vendicarsi e appropriarsi nottetempo dei corpi di San Basso , primo vescovo di Lucera per nasconderlo a Termoli e di San Pardo per trasportarlo a Larino . Caro Amato , ma quale Ponte Galluccio d’ Egitto , neh ? Piuttosto , se ti sei letto davvero il Damelj ,egli ti dice che i saraceni non solo distrussero tutte le millenarie chiese che videro a Lucera e la setssa chiesa dove c’è oggi la nuova cattedrale, facendone una moschea, ma andarono pure a San Pietro in Bagno con i loro carretti, lo dice D'amelj, e distrussero la chiesa che c’era ; raccolsero il materiale edile diroccato sui carri e lo trasportarono a Lucera per fare le loro abitazioni al quartiere sulle Mura . D'Amelj arriva a dire che Federico II con i resti diroccati della vecchia cattedrale , antica e millenaria ,si costrui il palazzo imperiale dove ora si trova il castello ! Altro che pace e amore che aveva per i crstiani ! 
D'Amato ma credi che qui siamo tutti cretini a Lucera ? 
Ragazzi non confondiamo la storia con i romanzi e , soprattutto, non inventiamocela di sana pianta ma stiamo ai fatti raccontati da persone con la testa sulle spalle , le quali quando scrivevano non romanzavano , nè avevano storture ideologiche pur se ispirate a un falso pacifinto che è tanto di moda oggi .
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LE COLONNE DI VERDE ANTICO DELLA CATTEDRALE DI LUCERA .
Il marmo verde antico è un marmo molto pregiato e prossochè introvabile oggi , i latino lo chiamavano “caristio” e serviva soprattutto per abbellire i templi .
Quattordici sono le colonne di questo antico marmo che si trovano all’interno Della cattedrale di Lucera e che provengono da un passato molto lontano . Si può dire che esse hanno vissuto tutta la storia della nostra città e sono oramai le testimoni del nostro futuro. Secondo gli storici locali esse appartengono a uno dei più grossi templi pagani che proprio lì nasceva ed era diventato un centro culturale per molte zone limitrofe . Se potessero parlare ci racconterebbero dei molti sacrifici pagani , delle vittime sgozzate e il sangue asperso sull’altare per invocare l’aiuto degli dei o per allontanare la loro ira ; dei sacrifici espiatori 
e dell’arte aruspicina dei sacerdoti del dio che con le viscere degli animali vaticinavano il futuro. 
Con l’Editto di Milano (312d.C.) di Costantino il Grande , per questi riti iniziò il conto alla rovescia ; quei sacrifici di capre di montoni e di tori, erano insufficienti a placare l’ira celeste sulle loro ingiustizie che pur essi avvertivano .
Verso il IV o il V secolo d.C. su quel tempio pagano fu costruita una chiesa cristiana e lo dimostra il ritrovamento di una pietra tombale di un cavaliere datata all’anno 1047 , quindi anteriore alla venuta dei saraceni a Lucera . Verso il 1226 l’Imperatore Federico II trasferì a più riprese non più di ventimila saraceni dalla Sicilia,di cui diecimila costituivano lo zoccolo duro del suo esercito . A questi venne riconosciuto ogni diritto e privilegio per evitare che se ne tornassero indietro essendo stati convinti con la forza ad emigrare, privilegi riconosciuti a discapito della popolazione locale che fu costretta a scappare .
La chiesa cristiana fu subito demolita e si salvarono soltanto le colonne del marmo verde antico che furono utilizzate per costruire la moschea saracena . Le colonne caristie adornavano il nuovo tempio e videro i nuovi fedeli chiamare Dio col nome di Allah, si senti la voce del muezzin al posto delle campane invitare a raccolta i fedeli cinque volte al giorno .
Ma l’imperio di Maometto sulla città durò poco, essi erano come un moscerino nell’occhio della cristianità . Avvezzi solo alle armi e alle razzie, dopo la battaglia di Benevento dove Manfredi fu ucciso, non si adattarono a una vita pacifica e a coltivare i campi, dove non erano portati. Continuarono col brigantaggio nelle terre circonvicine ed era necessario ristabilire l’ordine e la legalità . Un Cavaliere Templare,Pipino di Barletta, Magister Curiae a nome di Carlo II D’Angiò detto il pio,guidò la spedizione contro gli infedeli . I soldati di Pipino,parafrasando i maccabei : “ marciarono in ordine,con un' alleata venuta dal cielo, per la misericordia che Dio aveva loro concessa .” Era la vigilia dell’Assunta,il 14 Agosto . La moschea fu abbattuta e al suo posto nacque la Cattedrale di Lucera che fu dedicata a Santa Maria . Il nuovo altare della Cattedrale fu preso a Castel Fiorentino ed era la mensa di Federico II,trasportata a Lucera dal Beato Giovanni da Stroncone nel 1406,che ora riposa nella Chiesa del SS. Salvatore al belvedere . Le colonne del verde antico la adornano e sono come le pietre della testimonianza del passato giunto fino a noi . 
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L'IMPERATORE FEDERICO AMO' DAVVERO LUCERA?
Questo articolo è un po' vecchiotto e forse già conosciuto,ma rende molto bene alcune idee, perchè si rifà a quel filone storico che viene sempre piu evidenziato,in cui si vede l'unità d'italia come un fatto positivo, ma realizzata non dal popolo italiano, ma da un grupppo di illuminati, molto legati alla massoneria inglese che avevano di mira la distruzione del cattolico impero asburgico che minaccciava il loro predomino nel mediterraneo e in europa, di nuovi banchieri e dei nuovi capitali .
Su un giornale della capitanata un dottore chiudeva il suo articolo dicendo: " Dobbiamo amare la nostra città perchè Federico II amò molto Lucera".Questo luogo comune che a volte si ravvisa in ambienti che si dicono colti e che va per la maggiore ,non sempre trova chi lo sottoscriverebbe. 
Chi oserebbe parlare contro il divo Federico messo sul piedistallo della storia e venerato come illumunato uomo di cultura ,nonchè profeta dell'Impero e dell'unità d'Italia ?Sarebbe come contraddire gli aristotelici al tempo di Galileo : "ipse dixit" - il filosofo ha parlato -la questione è chiusa .Senonchè ,per verificare quanto Federico amò la nostra città,siamo andati ad aprire qualche libro vecchio per capire.Federico II era figlio di Costanza D'Altavilla ed Enrico IV ,figlio di quel Barbarossa che lottò accanitamente contro tutte le autonomie locali dell'alta Italia e che alla fine fu battuto e venne ad un accordo (Pace di Costanza, 25 giugno 1183).
Egli, ereditando dalla madre il Regno Normanno dell'Italia meridionale e dal padre quello dell'Italia settendrionale e la Germania,unì il nord al mediterraneo ed ebbe due obiettivi in tutta la sua vita.Il primo fu l'eliminazione di tutte le autonomie dei Comuni e Signorie al nord e al sud impedirne la nascita.Il secondo fu la lotta contro il potere spirituale e materiale del Papa che era di grande ostacolo al suo assolutismo dispotico.Nell'Italia meridionale , Lucera era la sua base logistica da dove partiva per devastare i territori pontifici e attaccare i Comuni ribelli del centro-nord, e per tal motivo condusse i saraceni a Lucera.Gli storici locali ci dicono che la popolazione scappò via tutta all'arrivo dei saraceni e fu fatta daFederico una legge che permetteva ai saraceni ogni abuso.Chiunque nel circondario avesse solo insultato un saraceno ,veniva passato per le armi sul posto.Questo fu il bene che ci volle Federico? In un tempo in cui molte altre città erano ricche e fiorenti egli impedì al sud lo sviluppo di ogni autonomia locale le cui conseguenze le avvertiamo ancora oggi.Impose un regime fiscale alla svedese,duro,per finanziare le sue continue guerre e costruire manieri e castelli inutili ,uguagliato solo dai governanti nostrani di questi ultimi anni.A lui riuscì dove il nonno aveva fallito, cioè battere i Comuni della lega vicino Brescia , dove i nostri saraceni si coprirono di gloria e di ... bottino.Lo chiamarono il Bambino della Puglie,ma avremmo preferito che fosse rimasto re di Germania se ciò poteva significare una rinascita economica e politica del sud.In Germania dove le città erano più potenti che da noi e i Conti erano ben messsi , male avrebbero tollerato il dispotismo di Federico:non gli avrebbero lasciato tutto quello spazio che ha avuto al sud.Si , nella nostra città si videro falconieri ,cammelli,turbanti e altri animali esotici e ciò fu scambiato per civiltà araba ;ma quella era un'altra cosa .Quindi Federico amò molto Lucera e la Puglia .@#@#@# fu distrutta ,Barletta fu distrutta ; a Lucera fu eliminato d'un colpo dai saraceni ,mille anni di storia cristiana precedente e tutte le chiese paleocristiane . Il grande palazzo che si fece costruire nel castello di Lucera ,per ironia della sorte subì la pena del contrapasso dantesco; fu costruito demolendo l'antica Chiesa Apostolica di Lucera e a sua volta venne demolito nel settecento con la dinamite per costruire una chiesa e il Tribunale.E che dire del suo impero germanico ante litteram?Egli ne fu il precursore in certo qual modo.In Germania Federico ha molti nostalgici che piangono solo a sentirlo nominare. Ancha il Papa aveva una visione sovrannazionale della politica ,ma non coincideva con quela di Federico.Il Papa avrebbe preferito una spada al servizio dellla cristianità europea tipo Carlo Magno o Carlo V. Gli serviva qualcuno che fermasse l'avanzata del nuovo Islam dei turchi selgiukidi che in seguito sarebbero arrivati fin sotto Vienna e in Polonia;la Iugoslavia insegna.Federico aveva in mente ben altro impero. Favoriva qualunque eresia pur di scardinare il potere spirituale del Papa che in Italia era molto forte .Perciò accoglieva i fraticelli spirituali perseguitati,i gioachimiti,i patari o paolicisti.Continue scominiche gli fioccavano da Roma ...Fu vera gloria la sua ?Dipende dal nostro punto di osservazione .Egli forse avrebbe unito l'Italia , dice tutta quella storiografia che sa di falso amor patrio e che aveva di mira l'unità d'Italia ,ma che sa anche di massoneria e sette segrete che molto si diedero da fare ieri e oggi.


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